Papa Francesco (da un’intervista al quotidiano argentino “La Nacion”)

La famiglia, dice papa Francesco, è oggi in grande difficoltà e rileva che per molte persone “sposarsi è diventato un fatto sociale” e questo implica anche il chiedersi, come aveva fatto Benedetto XVI, quanti matrimoni siano realmente compiuti nella fede e con quale fede, quale consapevolezza abbia avuto una persona quando si è sposata, il che naturalmente è rilevante per la validità o nullità del matrimonio. A proposito delle unioni omosessuali, il Pontefice ha precisato che “nessuno ha parlato di matrimonio omosessuale al Sinodo”.

Quello di cui si è parlato, “una famiglia che ha un figlio o una figlia omosessuale” e quindi come aiutare “questa famiglia in questa situazione un po’ inedita”. Insomma, si è “parlato della famiglia e delle persone omosessuali in relazione con i propri familiari, poiché è una realtà che si incontra nei confessionali”. Nel caso dei divorziati che si risposano, ha detto ancora, si presentano molte domande pastorali. Ed ha affermato che “non è una soluzione se diamo loro la Comunione. Questo soltanto non è la soluzione: la soluzione è l’integrazione”. “E’ vero che non sono scomunicati… però non possono essere padrini di Battesimonon possono leggere a Messa, non possono dare la Comunione, non possono insegnare catechismo”,perciò “sembra che siano scomunicati di fatto”. Per questo, “bisogna aprire un po’ di più le porte”. […] per alcuni queste persone non danno una buona “testimonianza” e però si consente magari a un “politico corrotto” di fare da padrino, lo si accetta “perché è sposato in Chiesa…Allora  “bisogna cambiare un po’ le cose, le norme di valore”.

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