Sulla festa della Pentecoste (08/06/2014)

Cʼè un termine che ritorna moltissimo proprio nel brano degli Atti degli Apostoli, ma che ritorna anche nella pericope di Paolo, e cioè la parola tutti. Lo dice continuamente: tutti, tutti, tutti. Lo Spirito è uno, è unificante; ma ha anche un carattere e una potenza di universalità. È diretto a tutti, investe tutti, […] riduce ad unità tutti, non lascia per sé fuori nessuno. […]

Noi viviamo unʼesistenza frammentaria, e perciò viviamo unʼesistenza idolatrica. […] Fuori dello Spirito Santo, cioè dello Spirito di Gesù, da Gesù donato, attraverso Gesù dato, non si dà altro che esperienza idolatrica […] ʻtuttiʼ, ʻpieniʼ, cioè unificati in sé e con gli altri. …questa pienezza, questa totalità, questa universalità, questa unità… non si oppone però, …ad una differenziazione, e cioè ad una qualificazione personale […] con tante qualificazioni originali per ciascheduno […]. Il brano di Paolo ci insiste molto, per mostrare ad un tempo la differenza e lʼunità. E questo non si può dare altro che nello Spirito, perché come solo lo Spirito Santo – lo Spirito dato dal Padre in Cristo – è unificante, così è lo Spirito Santo soltanto che è rispettoso e qualificante del proprio di ogni creatura (G. Dossetti, Omelia nella solennità della Pentecoste ).

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